MUSICA, UN GIRO D’ITALIA TRA PASSATO E PRESENTE
Note in
viaggio
Itinerari formativi esperienziali
per valorizzare l’offerta
musicale del Veneto
MUSICA, UN GIRO D’ITALIA TRA PASSATO E PRESENTE
Luca Pollini
Grazie a cinquantina di musei dedicati l’Italia è uno dei primi paesi al mondo dove la musica è studiata, esposta, esaltata in tutte le sue forme. Si tratta di musei internazionali con sede in grandi città o piccole strutture espositive in borghi, dedicati a cantanti o a realtà musicali locali. Tutti però hanno lo stesso criterio: difendere, conservare e difendere la conoscenza dell’arte della musica.
I musei della musica sono sparsi in tutta la Penisola e si può compiere un vero e proprio piacevole giro d’Italia per scoprire aneddoti e storie coinvolgenti e ricche di emozioni.
In questo servizio prendiamo in esame i maggiori, quelli locali sono presentati in altri secondo articolo.
In Veneto, da Wagner alle campane
Il nostro tour parte dal Venezia, dove presso Palazzo Pisani, sede del Conservatorio di Musica Benedetto Marcello, in quello che era l’appartamento nuziale di Alvise Pisani, è ospitato il Museo della Musica che oltre a vari preziosi strumenti antichi, comprende alcuni oggetti donati da Richard Wagner, cimeli, quadri, fotografie d’epoca e spartiti autografi (info www.conservatoriovenezia.).
A proposito di Wagner, sempre a Venezia, nella stanza dove il compositore è morto di Palazzo Ca´ Vendramin Calergi - oggi sede del Casinò - è allestito uno spazio museale in ricordo del suo amore per la città lagunare. Dal 2003 anche le stanze adiacenti sono state adibite a museo, per ospitare la collezione di Josef Lienhart, ricevuta in donazione: rari documenti, manifesti, partiture, lettere autografe, quadri, dischi, litografie e vari cimeli. Dopo quella di Bayreuth è la più grande collezione privata dedicata al compositore tedesco. (info www.casinovenezia.it).
Restando in Veneto, la città di Verona non poteva che essere la sede del Museo della Lirica: l’Amo (Arena MuseOpera), che ha sede nello spazio museale di Palazzo Forti, a pochi passi dalla centralissima piazza delle Erbe. I materiali esposti – utilizzando anche tecniche multimediali – vanno dai costumi alle scenografie, dai bozzetti alle fotografie, e poi partiture autografe, lettere, appunti dei grandi compositori, il tutto proveniente dall’Archivio Ricordi e da quello dell’Arena (www.arenamuseopera.com).
Ultima tappa veneta in provincia di Vicenza, per due musei molto particolari. Il primo è quello delle Impronte dei Grandi della Fisarmonica di Recoaro, che conserva il calco della mano dei più noti fisarmonicisti e compositori del mondo classici e contemporanei, nonché manoscritti di composizioni originali per fisarmonica da concerto, partiture di stampe, foto, incisioni (info 368.3764675)
L’altro è il Museo delle Campane Daciano Colbachini a Montegalda dove, su un’area di quattrocento metri quadrati, sono disposti oltre duecento campane la cui peculiarità risiede, oltre che nel vasto arco di tempo documentato, nella varietà delle provenienze. C’è una sala che ricorda la storia dei fonditori veneti dei quali sono esposti alcuni manufatti realizzati dalle fonderie De Maria di Vicenza, De Poli di Ceneda-Vittorio Veneto, Cavadini di Verona e soprattutto Colbachini, attivi prima a Bassano del Grappa e poi a Padova (www.muvec.it).
La “vera” Voce del Padrone
A Ostiglia, in provincia di Mantova, merita una visita la Biblioteca Musicale Greggiati. Diviso in due sezioni, una relativa alle opere a stampa, l’altra a quelle manoscritte, il museo si avvale di circa diecimila opere lasciate in eredità dal sacerdote ostigliese Giuseppe Greggiati. Nella sola sezione della musica stampata si contano cinquemila volumi di autori e numerosi libretti d’opera recanti testi di melodrammi, oltre alcune opere che Greggiati stesso copiò, o fece copiare, di musicisti quali Pergolesi, Corelli, Mozart, Rossini e molti altri (info 0386-802119).
Allestito nei locali di un ospedale il Museo Musicale Quattro Torri di Travagliato (Brescia) espone numerosi reperti alcuni risalenti agli ultimi decenni dell’Ottocento, quali organetti, organi, organi da strada, piani fino agli ultimi registratori degli anni Cinquanta. Tra i pezzi anche fonografi e grammofoni noti con il nome di His Master's Voice (La Voce del Padrone) etichetta discografica fondata nel 1899 (info 030.661961).
Omaggio alla canzone d’autore in Via del Campo
Il Palazzo Ducale di Genova ospita il Museo del Jazz Gianni Dagnino che svolge attività di ricerca discografica, guida all’ascolto, consultazione di testi e riviste - d’epoca e d’attualità - e circa 12 mila pezzi discografici (www.palazzoducale). Sempre a Genova gli amanti della musica non possono non fare tappa a Via del Campo 29 Rosso, il museo-casa dei cantautori genovesi, che prende il nome dalla via e dal numero civico cantata da Fabrizio De André, dove si trovava in passato il vecchio negozio di dischi e strumenti musicali Musica Gianni Tassio. Il museo ripercorre la storia delle opere di Fabrizio De André e della canzone d’autore degli artisti genovesi (www.viadelcampo29rosso.com). Sempre in Liguria da segnalare il Museo della Canzone Italiana di Vallecrosia (Imperia) che espone scatole musicali, organetti di Barberia e pianini meccanici che hanno contribuito a diffondere il grande repertorio della canzone italiana. E ancora carta perforata, vinili quadrati e rotondi, microfoni, jukebox, radio, strumenti musicali di ogni tipo ed epoca, tutto perfettamente funzionante (www.museodellacanzone.it).
L’incisione, dal cartone all’Mp3
Di respiro internazionale è il Museo della musica di Bologna. È diviso in due sedi: un’ampia selezione di volumi, dipinti, strumenti musicali è esposta nelle sale museali di Palazzo Sanguinetti in Strada Maggiore mentre la gran parte del materiale bibliografico è consultabile nella sede di Piazza Rossini, nei locali del Conservatorio Martini. Tra le “storie” documentate quella del libro musicale dal Cinque all’Ottocento; dell’opera italiana nel Settecento, intessuta attorno alla figura del Farinelli, e dell’Ottocento, attorno a Gioachino Rossini; e quella delle concezioni teoriche musicali dal Quattro al Settecento (www.museibologna.it).
A Sogliano Rubicone si può invece visitare il Museo del Disco d’Epoca dove viene documentata l’evoluzione della registrazione sonora, dai primi sviluppi fonografici su cilindri in cera del 1880 fino alle nuove tecnologie. Fanno parte della raccolta un’ampia collezione di libretti di opere dalla metà del Seicento e dischi con la registrazione delle parole di illustri personaggi della nostra storia, come il discorso di insediamento al trono di Vittorio Emanuele III. Esposte anche chitarre griffate da Jimmy Page e Bruce Springsteen (www.museodeldiscodepoca.com).
All’interno della Torre di Mole Colonna di Frosinone ha sede il Museo delle Bande Musicali. Al suo interno sono rappresentate tutte le Regioni italiane attraverso costumi, strumenti musicali e incisioni. Il materiale è stato inviato da duecento bande musicali di ogni parte d’Italia. Tra i reperti esposti più antichi si possono ammirare la fanfara dei bersaglieri risalente a 150 anni fa e la Gran Cassa della banda di Sgurgola, caratteristica per la sua struttura in legno e pelle d’asina (info 0775.211417).
Sempre in tema di bande va segnalato il Museo della musica di Serramonacesca (Pescara) paese dove la tradizione bandistica è fortemente radicata e documentata fin dal 1800 (www.magnamajella.org).
Dal rock ai tenores
Pesaro non poteva che dedicare un Museo a Gioacchino Rossini, città dove è nato nel 1792: ha sede a Palazzo Montani Antaldi e costituisce la punta di diamante del grande percorso rossiniano della città che comprende il Teatro Rossini, Casa Rossini, il Tempietto Rossiniano e la Biblioteca della Fondazione Rossini (situata al piano terra dell’edificio). In una suggestiva ambientazione neoclassica, il racconto si snoda sala per sala dove sono allestiti quadri, busti, cimeli, spartiti originali, libretti, scenografie, corredati da supporti multimediali e interattivi per una facile fruizione dei contenuti (www.museonazionalerossini.it).
Un ricco percorso espositivo tra rarissimi dischi in vinile (oltre diecimila), manifesti e riviste da collezione: questo è l’allestimento del Museo del Rock di Catanzaro. L’allestimento presenta anche spazi dedicati al blues, al rock’n’roll degli anni Cinquanta, passando per il beat inglese, garage band e surf americano. Particolare attenzione è dedicata alla storia del rock italiano, con la chicca del primo 45 giri di Lucio Battisti. Il museo ha una pagina Facebook, Museo del Rock Catanzaro, aggiornata settimanalmente. (www.comune.catanzaro.it).
Il nostro giro per musei termina in Sardegna, a Bitti, provincia di Nuoro, al Museo multimediale del Canto a Tenores. La sede è all’interno di una tipica casa locale dove è raccolto
il materiale sonoro dei più noti complessi vocali sardi e ha come obiettivo lo studio e la valorizzazione dei diversi stili di “canti a tenore” dell’isola, ma anche la programmazione di convegni sul canto sardo e mediterraneo (info 0784.414314).