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MUSICA, MUSICA! DOVE PUÒ OSARE IL TURISMO

Spunti, provocazioni anche professionali, idee.

di Luca Pollini

Spunti, provocazioni anche professionali, idee. Questo ha accompagnato per due anni il percorso di formazione e confronto di “Note in Viaggio”. Sono alcuni degli stessi protagonisti - musicisti, operatori turistici, organizzatori di eventi, esperti di comunicazione - a valutare il loro percorso di partecipazione e le proiezioni concrete che il turismo musicale può avere in Veneto.

L’APPLICABILITA’ TURISTICA
«La prima edizione di questo corso esperienziale è stata positiva per me che lavoro direttamente in ambito turistico - dice Lucia Camporese, tour operator a Camposampiero, Padova - Ero totalmente a digiuno di temi musicali e mi si sono spalancate delle finestre su un mondo pieno di potenzialità. I moduli della formazione sono stati buoni, abbiamo avuto docenti con competenze molto diverse anche su conoscenze che avevo già ma che non erano organizzate. Credo di aver portato entusiasmo nella mia azienda sul turismo musicale, anche se per passare all'applicabilità vera e propria rimane ancora molto lavoro da fare». Camporese evidenzia che, dal suo punto di vista, probabilmnete poteva essere dedicato maggiore spazio a come si realizza un pacchetto turistico: «Cosa indispensabile perchè Note in Viaggio possa avere gambe per camminare dal basso».

DIRETTIVE REGIONALI?
Viene dal mondo della comunicazione Cristina Testa, di Treviso, che proprio dopo l’esperienza di Note in Viaggio ha deciso di rivoluzionare il lavoro e vuole  investire il suo futuro nel mondo del turismo: «Avevo già partecipato a progetti CUOA quali, ad esempio, Reti creative, ma da questo progetto porto a casa alcune componenti pratiche e pragmatiche che testerò nel tempo. Gli stimoli sono stati tanti, mi sarebbe piaciuto che si restringesse il campo ancora di più al tema degli itinerari concreti possibili in Veneto, oltre ai tre che sono stati proposti. Il mio patrimonio di relazioni personali e la passione per la musica hanno giocato in me molto bene. Mi chiedo ora che direttive potrebbe formulare la Regione in questo specifico ambito turistico musicale. Un tema che non andrebbe lasciato cadere nemmeno da parte di un interlocutore quale Touring Club».

LA CONOSCENZA DI UN TERRITORIO
Manager nel mondo dello spettacolo, già direttore artistico del Teatro di Rovigo, Claudio Sartorato ha affrontato il progetto «con grande curiosità  perchè sulla musica come fonte di turismo mi sono sempre interrogato fin da quando organizzavo concerti in villa nel Vicentino. È una proposta che non è mai stata messa a sistema, che si rivolge a un pubblico competente, ma non strutturato. Il fatto che la musica porti turismo non è mai stato un elemento di grande interesse per gli operatori, mentre c’è un assoluto bisogno di una visione complessiva di questa offerta, almeno a livello regionale». Sartorato è stato molto attivo sul fronte della costruzione degli itinerari: «I percorsi non nascono a caso, richiedono una grande conoscenza del territorio di riferimento - osserva - La musica fa da filo conduttore e poi è necessario uno studio approfondito. Lo abbiamo fatto per l’itinerario su Lorenzo Da Ponte tra Portogruaro, Vittorio Veneto e Venezia, scoprendo che esiste un patrimonio non valorizzato, ma allo stesso tempo che non sempre ci sono le condizioni per sfruttarlo».

DOVE RISUONANO SPAZI E FORME
Avrebbe dedicato più spazio alla musica Teresa Dardo, architetto, di Vicenza, perchè «occuparsi di questo ambito significa avere basi culturali solide. Ho avuto la possibilità di crescere in relazioni, conoscenze, ho capito che la musica da risorsa può diventare prodotto e che la musica può aiutare a rileggere il patrimonio culturale e artistico che abbiamo davanti agli occhi». La musica ha «fatto risuonare spazio e forme, ad esempio, nell’itinerario palladiano, che abbiamo testato per primo e in cui si è intrecciato il tema dell’artigianato, del genius loci di molti luoghi del Veneto, che risuonano di manualità eccellenti».

METTERSI IN GIOCO
Cantante e musicista di Padova, Bianca Simone ha amato la possibilità «di mettere a rete saperi diversi, visioni del territorio che hanno fatto incrociare turismo e narrazione, che se ben accordate formano un tessuto di grande novità». Sono proprio «i musicisti che dovrebbero mettersi in gioco per primi, raccontando col loro mestiere il territorio dove vivono, dove lavorano, dal quale provengono». Per Bianca Simone è stato molto interessante praticare materie illuminanti in ambito strategico-economico e testare alcuni itinerari - l’esperienza a Berlino, l’itinerario palladiano, quello su Da Ponte - individuandone  anche le possibili criticità.

UNA ESPERIENZA PILOTA
Note in Viaggio per Nicola Garbo, operatore musicale e culturale a Padova, è «un valore, perchè traccia una via per costruire qualcosa di concreto. Pur scontando il fatto di essere stata un'esperienza pilota, con stimoli e idee, con punti di forza e di debolezza, ha saputo aggregare professionisti di ambiti diversi su un tema attuale, che ora non bisogna farsi sfuggire». Il metodo di lavoro, teorico-sperimentale, è stato, a suo modo di vedere, interessante, mentre l’assenza di tanti operatori musicali lo ha particolarmente stupito perchè «significa che il mondo stesso della musica crede ancora poco a forme di turismo organizzato e sistematico».   

(ha collaborato Nicoletta Martelletto)