LA MUSICA AL RITMO DI PALLADIO
Note in
viaggio
Itinerari formativi esperienziali
per valorizzare l’offerta
musicale del Veneto
LA MUSICA AL RITMO DI PALLADIO
Luca Pollini
Erano luoghi di dimora estiva, ma anche aziende agricole. Rappresentavano per le ricche famiglie veneziane il controllo sull’entroterra, e per quelle di terraferma il luogo dove imitare e replicare gli splendori veneziani dei palazzi sul Canal Grande.
La civiltà delle ville è uno dei frutti del Rinascimento, di una stagione del Cinquecento in cui l’armonia e la proporzione creano le condizioni ideali per l’ambientazione della musica. Lo stesso Andrea Palladio, architetto nato a Padova e cresciuto professionalmente da scalpellino ad architetto tra i mecenati di Vicenza, nel concepire i suoi progetti modulari di villa ha senz’altro tenuto conto della possibilità che i saloni centrali ospitassero oltre che pranzi fastosi anche concerti. E così parchi e giardini delle ville venete - ne sono censite oltre 3400 in Veneto – sono scenari naturali, quinte teatrali di impagabile bellezza lungo il fiume Brenta nel Padovano e verso Venezia, lungo il Sile nel Trevigiano, attorno e Vicenza e sulle colline della Pedemontana.
UN PATRIMONIO UNESCO
Un itinerario turistico attorno al nucleo delle ville del solo Palladio è nato spontaneamente nel progetto “Note in Viaggio” a partire dal fatto che 24 ville palladiane in Veneto più 23 edifici palladiani nella sola città di Vicenza sono divenuti tra il 1994 e il 1996 Patrimonio Unesco.
L’Itinerario "Music in Palladio's Landscape" ha testato così la possibilità di portare turisti adulti nella provincia di Vicenza, costruendo una esperienza di due-tre giorni che incroci arte e architettura con la musica, l’artigianato di qualità e l’enogastronomia tra ville, castelli, ambienti collinari.
LA VISIONE DALL'ALTO
Il punto di partenza è stata la città di Vicenza con una visione dall’alto dal santuario di Monte Berico, non solo del coeso centro storico dotato ancora di mura parziali ma anche della fascia collinare e prealpina sullo sfondo.
La prima visita al Santuario – un edificio inizialmente gotico sul quale a fine Seicento si è innestata la chiesa monumentale del Borrella – ha portato il gruppo di Note in Viaggio a contatto con l’arte di Montagna e di Veronese, con la presenza di un magnifico organo Mascioni col quale vengono regolarmente organizzati concerti. A piedi, lungo le Scalette antica via dei pellegrini al santuario, si scende sulla destra verso villa Valmarana ai Nani con affreschi dei Tiepolo e più in là verso la Rotonda, la regina delle ville palladiane.
A sinistra invece gli archi conducono in città dove tutto parla di Palladio : il teatro Olimpico, da lui progettato e ultimato dallo Scamozzi, la Basilica Palladiana, i palazzi delle grandi famiglie lungo corso Palladio , il Palladio Museum dove avvicinarsi alla storia di Palladio e alle sue tecniche di progettazione e costruzione.
ARCHI E ORO E Sotto la Basilica palladiana poi una sosta viene proposta al Museo del Gioiello, dove rieccheggia l’artigianato più alto della provincia, quello dell’oro: una sezione permanente e una temporanea con le mostre raccontano di questa antica fraglia divenuta fiorente attività economica e legata ad una doppia fiera annuale ed internazionale in città. Pochi passi e nella bottega di Daniela Vettori, artigiana orafa di classe, si comprendono dal vivo la bellezza di un mestiere, la pazienza, la ricerca e la qualità che lo accompagnano.
IL CONCERTO E IL QUARTETTO
Nel pomeriggio/sera la proposta musicale è venuta dalla Società del Quartetto, fondata nel 1910 dallo scrittore Antonio Fogazzaro, la realtà associativa che con 20 mila spettatori e 60 eventi l’anno è un punto di eccellenza per la musica classica a Vicenza. Un concetto del pianista rumeno Radu Lupu al Teatro comunale, con introduzione all’autore prima dell’esecuzione, è stata la proposta esperienziale della prima giornata, che ha previsto solo spostamenti a piedi.
Nella seconda giornata è stato necessario il ricorso alle auto (in alternativa a mezzi pubblici cadenzati) per raggiungere a nord del capoluogo il comune di Caldogno, con villa Caldogno, altro splendido esempio di architettura, il cui salone centrale si presta alla concertistica così come ai convegni. Negli interrati invece, recentemente recuperati e rimessi in luce, si svolgono mostre. Tra gli affreschi dei pittori Fasolo, Zelotti e Carpioni, spicca una composizione dedicata ad un gruppo di musicisti.
Sempre a Caldogno è stato possibile, su appuntamento, effettuare una visita in un laboratorio artigianale di liuteria.
VERSO CALDOGNO E LE COLLINE
Da Caldogno a Breganze, sempre con spostamento su gomma: qui l’omaggio è alle colline della vite e del vino, con la produzione di qualità tipiche come il vino Vespaiolo e il Torcolato dolce. Numerose le cantine nelle quali è possibile effettuare degustazioni.
Ancora uno spostamento in auto: uno dei temi che è stato oggetto di discussione è il fatto che non esiste un tour configurato e prenotabile delle ville, né quotidiano né settimanale, ma che il turista deve muoversi in autonomia perché ville e castelli sono sparsi nel territorio.
LUDUS AL CASTELLO
A Thiene la visita della villa- castello Colleoni con i proprietari ha consentito di approfondire il tema del passaggio architettonico tra la dimora di tipo difensivo medievale alla civiltà della villa. La struttura risale al XV secolo con vari interventi successivi, voluta dalla famiglia Da Porto. Oggi oltre alle visite, ospita eventi, matrimoni, fiere mercato. L’unicum sono le scuderie del Settecento progettate da Muttoni. Qui il secondo giorno si è concluso con l’esperienza del concerto a cura degli studenti dell’associazione culturale Ludus Musicae : un valore aggiunto alla visita quello della musica di archi e fiati splendidamente ambientata.
(ha collaborato Nicoletta Martelletto)