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Il filo rosso della musica Verona, tra marmo e amarone

Lirica in Arena, il più bell’anfiteatro del mondo, e poi...

Luca Pollini

Lirica in Arena, il più bell’anfiteatro del mondo, e poi...

Che dire della musica a Verona? Rieccheggia ovunque, a partire dai dintorni dell’Arena dove per cinque mesi l’anno si tengono spettacoli all’aperto in quello che è stato definito l’anfiteatro più bello del mondo. Verona “è” la lirica, quella spettacolare e dei grandi allestimenti: il suo festival estivo  è nato nel 1913 con una edizione dell’Aida che celebrò il 100° della nascita di Giuseppe verdi. L’Arena alla musica lirica ha regalato la tridimensionalità delle scenografie che mai prima era stata sperimentata in questo modo: un valore aggiunto anche rispetto ai cantanti di vaglia che da oltre un secolo di alternano da giugno a fine agosto sul palco centrale. Il pubblico dell’Arena  (20 mila posti a sedere) non è solo costituito da melomani in senso stretto - che preferiscono di solito la lirica al chiuso, per gustare la vocalità dei cantanti - ma da appassionati, da stranieri e da curiosi che per la prima volta di accostano a questo genere straordinario. E poi a maggio e settembre- ottobre c’è la stagione della musica pop rock che fa numeri da capogiro. Qui ci sono passati proprio tutti: da Zucchero a Ligabue, da Sting a Paolo Conte, e poi  Alicia Keys, Michael Bublé, Rod Stewart, Stewie Wonder, Beach Boys, I Kiss...      

NON SOLO ARCHEOLOGIA
Ebbene in una città dai trascorsi storici antichi - le tracce romane copiose, l’essere crocevia col Nord Europa, la leggenda shakespeariana di Giulietta e Romeo - e dalla simbiosi con i prodotti del suo territorio, un itinerario musicale non può declinarsi se non con l’alternanza delle note ai sapori e al buon vivere.
In questa direzione è andato uno dei tre percorsi musicali costruito dal Progetto Note in Viaggio, per suscitare un nuovo appeal tra i visitatori - già da record- di Verona e della zona del lago di Garda.
Le mete sono state il capoluogo, la Valpolicella dei vini e Soave sulla strada dell’omonimo vino.
Oltre all’Arena, il tentativo è stato quello di far conoscere altri gioielli della città, a partire dalla Basilica di San Zeno, capolavoro del romanico, dotata di una acustica perfetta per ospitare eventi musicali; ed ancora l’austriaco Forte Procolo e il Bastione Maddalena, che appartengono alla cerchia delle mura fortificate. Oltre al Teatro Filarmonico che ospita i grandi concerti  e la lirica durante l’autunno-inverno con 1200 posti, si è esplorato  il Teatro Modus, spazio versatile con ristoro, libreria, un ricco cartellone di prosa e musica: qui è stato illustrato il progetto del cantante lirico  Morris Pantò “Cuochi all’opera”, che prevede lo scambio di ruoli tra chef e cantante.

LA VALPOLICELLA
Lo spostamento fuori città deve avvenire in auto: con direzione la Valpolicella, la collina che precede le Prealpi,  che fin dall’età romana è famosi per i vini rossi. Tra tutti il re, l’Amarone. A Villa Quaranta Relais c’è stato di che sostare piacevolmente, tra cure termali, benessere e degustazioni. Le cantine del posto prevedono oltre che gli assaggi anche la possibilità di passeggiare tra i vigneti.
Sempre in auto si può raggiungere la Scuola del marmo all’Istituto salesiano San Zeno in Sant’Ambrogio in Valpolicella: un luogo dove imparare a conoscere l’altro rosso veronese, il marmo, che affiora dai Lessini, pieno di fossili (il museo di Bolca ne raccoglie migliaia). L’istituto forma maestranze, dal lavoro manuale alle tecnologie digitali, e su richiesta può effettuare visite guidate. All’azienda agricola Villa Spinosa a Negrar, un edificio ottocentesca evoluto a scopo agricolo, si tocca con mano il rapporto con l’ambiente:  un tunnel sotterraneo è stato costruito apposta per non alterare il parco. Qui nel cuore della terra dell’Amarone, si susseguono eventi culturali, enologici, matrimoni. E i concerti sono benvenuti.

SULLA VIA DEL SOAVE
Terzo lato dell’immaginario triangolo veronese è Soave, ad est, raggiungibile sempre in auto con una serie di scollinamenti o direttamente via autostrada. Il borgo è bandiera arancione del Touring, il Castello dei Della Scala, oggi privato, lo domina.  Ma è soprattutto il centro della via del vino bianco doc Soave - 500 mila ettolitri, musica per chi parla di export -  che incrociano una imprenditoria vivace come quella di Michela Ferroli che gestisce il Roxy Plaza Hotel,  struttura ricettiva dove tutto parla della bellezza dell’area veronese. Nella grande cantina Rocca Sveva ci sono auditorium, spazi verdi e giardino botanico; alla Cantina Santi si assiste alla narrazione del ciclo completo della vinificazione, con l’analisi sensoriale degli odori, qui in autunno si svolge l’ “Ottobre musica e sapori”. A San Martino Buon Albergo la Cantina Musella si è innestata sul percorso con la sua  filosofia biodinamica in collaborazione col Cnr, dal rispetto del terreno all’affinamento in botti speciali. Anche in marmo.

(ha collaborato Claudia Farina)